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IL MONDO DELLA PESCA NEL NOVECENTO
Autore: Dalio Ballarin
... tradizioni e testimonianze della pesca chioggiotta (mare, laguna e valle)
ATTUALMENTE ESAURITO
Ci sono vari modi per contribuire ad esaltare la propria città. L’importante è farlo. L’autore di questo volume ha scelto la via della semplicità. Lo confessa lui stesso nell’introduzione: “Questa ricerca nella sua semplicità si prefigge lo scopo di illustrare, nella sintesi, tematiche e metodiche utilizzate dai nostri vecchi pescatori nella loro attività di pesca”.
E con questa frase egli, praticamente, dice tutto sul suo libro. È un libro che non ha pretese né scientifiche né letterarie: è semplice come lo erano i pescatori d’un tempo che egli rievoca con i loro “riti”, le loro tradizioni, il loro lavoro, la loro attrezzatura, le loro barche... In una parola, il loro “essere pescatori” (ciosòti, s’intende…). È il mondo della pesca della prima metà del ‘900 quello che rivive in questo libro di Ballarin, il quale descrive con minuzia di particolari e con abbondanza di terminologie tipiche dialettali quel “modo di essere pescatori” che già all’epoca stava tramontando. In questo libro Ballarin ha il pregio di aver “semplificato” i temi trattati, anche se ci sono alcune ripetizioni di troppo (“repetita juvant”…). Ha indagato, ha avvicinato pescatori, ha raccolto dati, ha fatto realizzare modellini di reti simili ai “ré” originali del tempo, migliorando ulteriormente, come scrive lui, “la visibilità dell’argomento trattato con fotografie che contribuiscono alla semplificazione dell’analisi”. E di fotografie dobbiamo dire che il libro ne contiene a iosa, in massima parte inedite e perciò doppiamente interessanti. I capitoli non sono in connessione l’uno con l’altro, alla maniera della “storica” monografia di Eugenio Bellemo “Il folclorismo peschereccio nei centri marittimi della Laguna di Venezia” pubblicato ne “La Laguna di Venezia” nel 1940. Quello che Ballarin intende mettere in risalto in questo suo volume, pubblicato all’insegna della modestia, è “il sacrificio patito in giovane età ma anche la dimostrazione di quanto fosse necessario per le famiglie avere componenti che contribuiscono al sostentamento della famiglia stessa”. Dal libro quelli che escono esaltati per non dire “mitizzati”, sono i vecchi pescatori, che “considero – scrive l’autore – le ultime pagine di storia vivente del nostro secolo”. Non mancano nel libro alcune poesie ispirate al mondo della pesca, alcuni cenni sulla Sagra del pesce, e perfino una inedita commedia in due atti dal titolo: “È veramente Amore!” (ambientata a Chioggia), che andrebbe necessariamente rivista e adattata. (Angelo Padoan)
DalioBallarin, Il mondo della pesca nel Novecento. Tradizioni e testimonianze della pesca chioggiotta (mare, laguna e valle), con foto, Ed. Il Leggio, Chioggia 2010, pp. 358, s.i.p.
dal numero 36 del 3 ottobre 2010
- See more at: http://www.nuovascintilla.com/index.php?option=com_content&view=article&id=496:i-pescatori-e-la-pesca-nel-900-a-chioggia&catid=38:libri-e-riviste&Itemid=75#sthash.9X90DZRN.dpufCi sono vari modi per contribuire ad esaltare la propria città. L’importante è farlo. L’autore di questo volume ha scelto la via della semplicità. Lo confessa lui stesso nell’introduzione: “Questa ricerca nella sua semplicità si prefigge lo scopo di illustrare, nella sintesi, tematiche e metodiche utilizzate dai nostri vecchi pescatori nella loro attività di pesca”.
E con questa frase egli, praticamente, dice tutto sul suo libro. È un libro che non ha pretese né scientifiche né letterarie: è semplice come lo erano i pescatori d’un tempo che egli rievoca con i loro “riti”, le loro tradizioni, il loro lavoro, la loro attrezzatura, le loro barche... In una parola, il loro “essere pescatori” (ciosòti, s’intende…). È il mondo della pesca della prima metà del ‘900 quello che rivive in questo libro di Ballarin, il quale descrive con minuzia di particolari e con abbondanza di terminologie tipiche dialettali quel “modo di essere pescatori” che già all’epoca stava tramontando. In questo libro Ballarin ha il pregio di aver “semplificato” i temi trattati, anche se ci sono alcune ripetizioni di troppo (“repetita juvant”…). Ha indagato, ha avvicinato pescatori, ha raccolto dati, ha fatto realizzare modellini di reti simili ai “ré” originali del tempo, migliorando ulteriormente, come scrive lui, “la visibilità dell’argomento trattato con fotografie che contribuiscono alla semplificazione dell’analisi”. E di fotografie dobbiamo dire che il libro ne contiene a iosa, in massima parte inedite e perciò doppiamente interessanti. I capitoli non sono in connessione l’uno con l’altro, alla maniera della “storica” monografia di Eugenio Bellemo “Il folclorismo peschereccio nei centri marittimi della Laguna di Venezia” pubblicato ne “La Laguna di Venezia” nel 1940. Quello che Ballarin intende mettere in risalto in questo suo volume, pubblicato all’insegna della modestia, è “il sacrificio patito in giovane età ma anche la dimostrazione di quanto fosse necessario per le famiglie avere componenti che contribuiscono al sostentamento della famiglia stessa”. Dal libro quelli che escono esaltati per non dire “mitizzati”, sono i vecchi pescatori, che “considero – scrive l’autore – le ultime pagine di storia vivente del nostro secolo”. Non mancano nel libro alcune poesie ispirate al mondo della pesca, alcuni cenni sulla Sagra del pesce, e perfino una inedita commedia in due atti dal titolo: “È veramente Amore!” (ambientata a Chioggia), che andrebbe necessariamente rivista e adattata. (Angelo Padoan)
DalioBallarin, Il mondo della pesca nel Novecento. Tradizioni e testimonianze della pesca chioggiotta (mare, laguna e valle), con foto, Ed. Il Leggio, Chioggia 2010, pp. 358, s.i.p.
dal numero 36 del 3 ottobre 2010
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Ci sono vari modi per contribuire ad esaltare la propria città. L’importante è farlo. L’autore di questo volume ha scelto la via della semplicità. Lo confessa lui stesso nell’introduzione: “Questa ricerca nella sua semplicità si prefigge lo scopo di illustrare, nella sintesi, tematiche e metodiche utilizzate dai nostri vecchi pescatori nella loro attività di pesca”.
E con questa frase egli, praticamente, dice tutto sul suo libro. È un libro che non ha pretese né scientifiche né letterarie: è semplice come lo erano i pescatori d’un tempo che egli rievoca con i loro “riti”, le loro tradizioni, il loro lavoro, la loro attrezzatura, le loro barche... In una parola, il loro “essere pescatori” (ciosòti, s’intende…). È il mondo della pesca della prima metà del ‘900 quello che rivive in questo libro di Ballarin, il quale descrive con minuzia di particolari e con abbondanza di terminologie tipiche dialettali quel “modo di essere pescatori” che già all’epoca stava tramontando. In questo libro Ballarin ha il pregio di aver “semplificato” i temi trattati, anche se ci sono alcune ripetizioni di troppo (“repetita juvant”…). Ha indagato, ha avvicinato pescatori, ha raccolto dati, ha fatto realizzare modellini di reti simili ai “ré” originali del tempo, migliorando ulteriormente, come scrive lui, “la visibilità dell’argomento trattato con fotografie che contribuiscono alla semplificazione dell’analisi”. E di fotografie dobbiamo dire che il libro ne contiene a iosa, in massima parte inedite e perciò doppiamente interessanti. I capitoli non sono in connessione l’uno con l’altro, alla maniera della “storica” monografia di Eugenio Bellemo “Il folclorismo peschereccio nei centri marittimi della Laguna di Venezia” pubblicato ne “La Laguna di Venezia” nel 1940. Quello che Ballarin intende mettere in risalto in questo suo volume, pubblicato all’insegna della modestia, è “il sacrificio patito in giovane età ma anche la dimostrazione di quanto fosse necessario per le famiglie avere componenti che contribuiscono al sostentamento della famiglia stessa”. Dal libro quelli che escono esaltati per non dire “mitizzati”, sono i vecchi pescatori, che “considero – scrive l’autore – le ultime pagine di storia vivente del nostro secolo”. Non mancano nel libro alcune poesie ispirate al mondo della pesca, alcuni cenni sulla Sagra del pesce, e perfino una inedita commedia in due atti dal titolo: “È veramente Amore!” (ambientata a Chioggia), che andrebbe necessariamente rivista e adattata. (Angelo Padoan)
DalioBallarin, Il mondo della pesca nel Novecento. Tradizioni e testimonianze della pesca chioggiotta (mare, laguna e valle), con foto, Ed. Il Leggio, Chioggia 2010, pp. 358, s.i.p.
dal numero 36 del 3 ottobre 2010
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